Agiografia
Giuseppe detto Barnaba.
Giuseppe, ebreo di Cipro, era pressappoco coetaneo di Gesù, ma non lo conobbe direttamente. Si converti al cristianesimo, mise i suoi beni a disposizione della Chiesa, poi assai presto iniziò lui stesso a convertire altri giudei alla nuova fede. Gli apostoli lo soprannominarono “Barnaba”, che significa: uno che consola gli altri e li esorta a perseverare nella fede. Per la sua raggiunta autorevolezza garantì sull’autenticità della conversione di Paolo e perorò il suo battesimo. Gli apostoli gli affidarono il compito di recarsi ad Antiochia, una delle più grandi città dell’impero romano, multiculturale e plurietnica, come potrebbe essere l’odierna Los Angeles, e qui diffondere la parola di Gesù. Fu un compito difficile, che però condusse con grande successo, anche grazie all’aiuto di Paolo. Avendo convertito un gran numero di fedeli anche a Cipro e in Anatolia (oggi Turchia) fu richiamato a Gerusalemme nell’anno 49 per spiegare i motivi di tale successo e allora gli fu contestato che convertiva i pagani, senza averli circoncisi. Barnaba e ancor più Paolo spiegarono, nel corso di quello che è considerato il primo concilio della storia della Chiesa, che lo Spirito Santo era disceso su tutti gli uomini, senza distinzione di nazionalità, su giudei e pagani e che tutti erano fratelli in Cristo. Per diventare cristiani non era necessario essere stati ebrei. Per essere seguaci di Cristo e far parte della sua Chiesa non era necessario osservare i rituali e le tradizioni della legge mosaica. La Grazia, secondo l’annuncio di Gesù, prescinde dall’osservanza esteriore dei cerimoniali farisaici e si acquista soltanto con le opere meritorie. Pietro si barcamenò tra le due fazioni, quella nazionalista di Giacomo e quella universalista rappresentata da Barnaba e da Paolo. Alla fine l’unità della Chiesa rimase intatta, ma Barnaba ripartì per l’Italia insieme a Marco, dove nel 53 giunse a Milano e qui formò una numerosa comunità cristiana. Una leggenda narra che, dove lui passava, sotto i suoi piedi la neve si scioglieva e lì nascevano fiori. Mi sembra una chiara metafora della speranza di Vita, che Barnaba sapeva diffondere. Continuando a peregrinare giunse a Salamina, una città dell’isola di Cipro, dove alcuni giudei tradizionalisti lo lapidarono per impedirgli di fare nuove conversioni.
L’insegnamento di Barnaba e di Paolo vale anche anche ai nostri giorni: non esiste un cristianesimo “nazionale” e non vi sono confini che il Padre abbia stabilito tra i popoli del mondo.
u. o